Sia che si tratti di casi importanti, come per esempio la scelta di un percorso universitario o il rifiutare un lavoro, sia se si tratti di casi apparentemente meno importanti, come lo scegliere se uscire o meno la sera, quale film vedere o il come rispondere in una conversazione,prendere una decisione può causare nelle persone incertezza, angoscia e paura di prendere una decisione sbagliata.
Quindi le scelte, più o meno impegnative, diventano fonte di grande tensione soprattutto per quelle persone che desidererebbero avere tutto sotto controllo, nelle situazioni ed in loro stessi.
Tuttavia il bisogno di controllo il più delle volte ci tende delle trappole. Abbiamo bisogno di controllare tutto, ma poi è tutto controllabile?
Poniamo l’esempio della scelta del partner. Adesso scelgo “consapevolmente” un partner perché allegro, sincero ed affidabile. Tuttavia come posso avere la certezza che la stessa persona da me scelta, sia sempre allegra, sincera ed affidabile anche tra 10 anni? O ancora, chi mi assicura che tra 10 anni vorrò un partner allegro, sincero e affidabile?
Ecco le trappole del bisogno di controllo. Nella vita si va incontro a cambiamenti sia del nostro ambiente circostante, sia di noi stessi, delle nostre preferenze e dei nostri interessi. Quindi, non possiamo controllare tutto!
 

Ma come prendere una giusta decisione?

 
 
Prendere una decisione è un’attività cognitiva/volitiva. Secondo un approccio “occidentale” potremmo prendere una decisione vagliando tutte le informazioni a nostra disposizione e valutando i pro ed i contro della nostra azione, e poi in seguito al confronto tra pro e contro, scegliendo in maniera razionale l’opzione maggiormente vantaggiosa per perseguire l’obiettivo che ci siamo posti inizialmente.
Secondo, invece, un’ottica “orientale” dovremmo partire da una “valutazione del potenziale della situazione” ovvero dal cercare di scoprire cosa succede attorno a noi stessi per poter essere in grado di gestire la variazione continua aderendo alle nuove modalità che la situazione di volta in volta presenta.

Quale, quindi, la differenza tra un’ottica occidentale ed una orientale?

Secondo l’ottica occidentale: noi prendiamo una decisione partendo da noi stessi, dai nostri scopi – fini dedicando alla situazione un’attenzione marginale.
Secondo l’ottica orientale: noi prendiamo una decisione partendo, invece, da una situazione, stando dentro di essa e “assecondandola” in un processo continuo di rinegozziazione. Come, per esempio, fanno i contadini quando assecondano i processi di crescita dei germogli delle loro piante.

Ecco qualche consiglio per prendere una decisione.

In primo luogo il prendere una decisione, come abbiamo visto, può essere fatto in varie modalità; anche tramite approcci “orientali” meno centrati sul singolo e soprattutto meno centrati sulla prestazione e sull’errore.
In secondo luogo, quando dobbiamo prendere una decisionenon cerchiamo di avere  maggiori informazioni possibili sulle scelte e non cerchiamo di razionalizzare troppo il tutto perché questo potrebbe far aumentare la nostra ansia, piuttosto che farla diminuire.

 

Infine, cerchiamo di adottare una visione orientale centrata sulle situazioni, che inevitabilmente cambiano e sono mutevoli perciò non perfettamente controllabili, senza aspettarci tutto e subito.







Articolo dal sito https://www.psicologicamenteok.com/ a cura della dott.ssa Claudia Distefano