Un fatto curioso che forse in pochi conoscono è che la parola “incantare “proviene dal latino, composto da in- (intensivo) e cantare e dalla stessa radice del sinonimo francese “charme”, canto, poesia, profezia…
L’incantesimo pone quindi l’accento sulla parola, prima magia dell’uomo. 
È la genesi dell’impossibile che passa per l’intonazione della voce, per la scelta dei verbi, per il ritmo del respiro su cui si regge il suono: non è la semplice magia; l’incantesimo travalica le frontiere del fantastico invadendo la realtà.


È malinconico osservare come l’incantesimo si sia quasi totalmente perso, nei nostri costumi – nella pubblicità, o nel migliore dei casi, nei versi delle canzoni. 


Si potrebbe forse tornare a considerarlo nella vita comune come forza creativa, scegliere i propri incantesimi per rendere alla realtà – dentro e fuori di noi – le asserzioni della coscienza e della volontà, al di là dei mantra, degli aforismi e delle giaculatorie.


Il canto è quindi , e resterà qualcosa di magico e trascendentale che può collegare da sempre la mente allo spirito…


Eppure questo non è tutto…! Studi internazionali hanno dimostrato infatti l’impatto del canto sul benessere fisico.





I ricercatori del Tenovus Cancer Care e del Royal College of Music hanno analizzato i campioni di saliva di 193 coristi al termine di un’esibizione.
Gli scienziati hanno potuto constatare una notevole diminuzione dei livelli di cortisolo, un’ormone che abbassa le difese immunitarie per preservare solo gli organi vitali, e grandi quantità di citochine infiammatorie, mediatori intercellulari che regolano la risposta immunitaria. 


Questo studio indica quindi che il cantare può davvero rivelarsi utile per ogni tipo di affezione, potenziando il sistema immunitario, riducendo notevolmente lo stress e migliorando l’umore.

Le proprietà del canto però non si fermano qui.

I ricercatori dello Science of Music, Auditory Research and Technology Smart Lab della Ryerson University a Toronto, in una partnership con la Royal Conservatory of Music hanno scoperto che due mesi di canto corale porta i pazienti affetti dalla “sindrome della maschera” (una conseguenza del morbo di Parkinson che irrigidisce tutti i muscoli facciali, privando il volto di espressività), a riacquistare la mimica facciale per un’effetto che dura fino ai due mesi.



Gli studiosi dell’Università di Gotenborg in Svezia hanno invece messo in evidenza come la respirazione controllata richiesta dall’atto canoro regoli l’attività del cosiddetto nervo vago, adibito tra le altre cose alla regolazione della vita emotiva e che influisce sul nostro timbro vocale. Ritmi melodici e ben scanditi hanno i medesimi effetti degli esercizi di respirazione yoga e aiutano inoltre la sincronizzazione del battito cardiaco.


Sono stati dimostrati inoltre concreti benefici nei processi mnemonici dei soggetti affetti da demenza (miglioramenti di memoria, capacità esecutive e orientamento), nell’apprendimento (soprattutto nei più piccoli, dove le canzoni in lingua straniera stimolano le capacità cognitive) e nel parziale riacquisto dell’udito: una ricerca canadese ha mostrato infatti come dopo solo 10 mesi di canto, si palesino già consistenti miglioramenti nella capacità di sentire una conversazione in ambienti rumorosi e nalla risposta neuronale agli stimoli sonori.



Con il canto si affina anche la Pratica del Sentire e ne giova la memoria…E se poi si canta in un’altra lingua il beneficio sembrerebbe essere doppio! 

















Articolo a cura di Il Percorso Profondissimo

Immagini tratte dal film “The Bodyguard”

Fonti:
https://unaparolaalgiorno.it/significato/I/incantesimo
cantare-fa-bene-alla-salute
https://www.nostrofiglio.it/bambino/bambino-3-6-anni/salute-3-6-anni/cantare-fa-bene-alla-salute-migliora-le-difese-immunitarie-e-lumore