Una delle prime menzioni di ciò che è stato poi interpretato come descrizione delle Fiamme Gemelle viene da
Platone.


Nel dialogo che troviamo nel Simposio,
Platone scrive di Aristofane, un commediografo, che  presenta una storia di fiamme gemelle.
Aristofane afferma che gli esseri umani in origine avevano quattro braccia,
quattro gambe, e una sola testa fatta da due facce. Egli continua dicendo che c’erano
tre Generi: Uomo, Donna e ” l’Androgino”.







Uomo aveva genitali maschili, Donna genitali femminili e Androgino aveva sia genitali maschili che femminili.
Gli uomini
erano figli del Sole, le donne erano figli della Terra e gli Androgini erano i bambini della Luna, figli di Sole e Terra. 
Si dice che gli esseri umani avevano grande forza in quel momento e minacciavano di conquistare gli
Dei. 
Gli Dei si trovarono quindi di fronte alla prospettiva di dover distruggere gli umani, ed inizialmente pensarono di utilizzare i fulmini , come in passato avevano fatto con i Titani, ma poi avrebbero perso i tributi
dati agli Dei dagli esseri umani. Zeus quindi sviluppò una soluzione creativa,
dividendo gli uomini a metà  per punire l’orgoglio dell’umanità e
raddoppiare il numero di esseri umani che avrebbero fatto omaggio agli dei. 
Gli umani divisi sarebbero stati poi in miseria assoluta al punto di rifiutarsi di mangiare e  presto sarebbero morti, così Apollo cucì e ricostituì i loro corpi , lasciando l’ombelico come unico ricordo di  quel ‘ essere l’unico per potere un domani ritornare alla loro
forma originale. 


« Dunque al desiderio e alla ricerca dell’intero si dà nome amore »
(PlatoneSimposio, 192e-193a, trad. it. Franco Ferrari)



Si dice che quando tra i due avverrà il riconoscimento, un tacito accordo li porterebbe a ricercare quell’unità, ed in questa unità ritroverebbero una felicità senza proporzioni. 



” E così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi uomini è innato il desiderio d’amore gli uni per gli altri, per riformare l’unità della nostra antica natura, facendo di due esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell’uomo. Dunque ciascuno di noi è una frazione dell’essere umano completo originario. Per ciascuna persona ne esiste dunque un’altra che le è complementare, perché quell’unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E’ per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare…Queste persone – ma lo stesso, per la verità, possiamo dire di chiunque – quando incontrano l’altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straodinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall’affinità con l’altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei – per così dire – nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s’aspettano l’uno dall’altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell’amore: non possiamo immaginare che l’attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C’è qualcos’altro: evidentemente la loro anima cerca nell’altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza.“-. Platone




Ecco un interessante approfondimento rilasciato da Carlo Dorofatti sul temadal minuto al 4.50 al minuto 17.54)





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