Bushido è scritto con i tre ideogrammi:


  “Bu” 
 “Shi” 
   “Do”



“Bu” esprime il concetto di Guerriero ed è a sua volta composto dal segno di “Alabarda” (o “Lancia”) e dall’ideogramma “Toma(Ru)” che significa “Dominare” (o “Fermare”). Questo ideogramma esprime l’idea dell’alabarda (o della lancia) che soggioga gli avversari.


“Shi” è il termine che significa “Gentiluomo” o “Cavaliere”, la classe sociale dei “Samurai”. Questa classe sociale costituisce la prima delle quattro classi in cui si divideva la società giapponese: Shi, Hō, Kō, Shō ovvero militari, contadini, artigiani e mercanti. 


“Do” significa “La via”.




Quando lo Zen giunse in Giappone, il paese era dilaniato da guerre civili, violenze, massacri e deportazioni di massa. Fu lo spirito Zen a trasformare le tecniche brutali della guerra in arti che avevano come fine non l’efficacia bellica, ma la ricerca di sé e il perfezionamento interiore di chi le praticava.
Il corpo, la spada, l’arco e le frecce si trasformarono da strumenti di morte in supporti della meditazione.


Il combattimento divenne puramente spirituale, il nemico fu individuato in se stessi, nelle illusioni dell’ego che impediscono all’uomo di vedere la sua reale natura, e che si devono implacabilmente distruggere.


La fusione del Buddhismo e dello Shintoismo ha permesso
la nascita del Bushido, la Via del samurai.


Il samurai deve dimostrare impassibilità e autocontrollo in ogni circostanza
e grazie allo Zen impara ad avere padronanza di sè stesso in qualsiasi situazione.


In virtù di questa meravigliosa influenza nacque il codice dei samurai “Bushido”, insieme di principi morali, codice d’onore, disciplina cavalleresca che ha come fine il perfezionamento delle qualità fisiche e morali dell’uomo, che sono il coraggio, la semplicità e la frugalità, la lealtà e la giustizia, la generosità e il disprezzo della morte che può esser sintetizzata in sette punti fondamentali:






 I sette princìpi del Bushido:





Il Bushido si fonda su sette concetti fondamentali, ai quali il samurai deve scrupolosamente attenersi:












義, Gi: Onestà e Giustizia


Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell’onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.


勇, Yu: Eroico Coraggio


Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L’eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.


仁, Jin: Compassione


L’intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d’aiuto ai propri simili e se l’opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.


礼, Rei: Gentile Cortesia


I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.


誠, Makoto: Completa Sincerità


Quando un Samurai esprime l’intenzione di compiere un’azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l’intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di “dare la parola” né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.


名誉, Meiyo: Onore


Vi è un solo giudice dell’onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.


忠義, Chugi: Dovere e Lealtà


Per il Samurai compiere un’azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.


Il credo del guerriero











Non ho genitori

faccio del cielo e della terra i miei genitori.


Non ho casa

il Tanden* e’ la mia casa.


Non ho alcun potere divino

faccio dell’onesta’ il mio potere divino.


Non ho mezzi
faccio della Docilita’ i miei mezzi.


Non ho potere magico
faccio della personalita’ il mio magico potere.


Non ho ne’ vita ne’ morte
faccio di un “Um”** la mia vita e la mia morte.


Non ho corpo

faccio dello stoicismo il mio corpo.


Non ho occhi
faccio del lampo i miei occhi.


Non ho orecchie
faccio della sensibilita’ le mie orecchie.


Non ho membra

faccio della mia prontezza i miei arti.


Non ho leggi
faccio della mia difesa la mia legge.


Non ho strategia

faccio del diritto di uccidere e di ridare vita la mia strategia.


Non ho progetti
faccio della capacità di cogliere l’opportunita’ il mio progetto.


Non ho miracoli
faccio delle giuste leggi il mio miracolo.


Non ho principi
faccio dell’ adattabilita’, a tutte le circostanze, il mio principio.


Non ho tattiche
faccio del vuoto e della pienezza la mia tattica.


Non ho talento
faccio della prontezza della mia mente il mio talento.


Non ho amici

io faccio della mia mente il mio amico.


Non ho alcun nemico
faccio dell’avventatezza il mio nemico.


Non ho alcuna armatura

faccio della mio benevolenza la mia armatura.


Non ho castello
faccio della fermezza della mia mente il mio castello.


Non ho spada

faccio della mia mente la mia spada


*Tanden (丹田 giapponese) o Dantian (cinese)
letteralmente “campo rosso” viene tradotto come “campo dell’elisir”. Individua un punto importante per le tecniche meditative e si può localizzare come il “centro di gravita'” fisico nell’addome (circa tre dita sotto e due dita dietro l’ombelico dove risiede il Ki, l’energia vitale.


** “Um” l’arte di saper regolare il proprio respiro






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Articolo a cura di Il Percorso Profondissimo