Il percorso degli arcani maggiori dei tarocchi può essere ricondotto ad una vera e propria evoluzione 
dello spirito umano, un’autentica crescita spirituale, attraverso l’aumento della consapevolezza e delle energie che entrano in gioco e  che si apprende poco a poco ad integrare e utilizzare.

Ciò che è necessario tenere sempre presente è che, per quanto le energie di alcuni arcani possano essere in un certo senso polarizzate verso il versante “positivo” (piuttosto che “negativo”), tutti questi archetipi sono in realtà completi, ovvero, hanno in sé entrambi i lati: sia luce, che ombre.

Il Matto è una delle figure più interessanti: su 22 arcani è l’unica a non avere numero.
È all’inizio o alla fine di tutto? Nessuna delle due nello specifico, perché, a ben guardare, può essere entrambe le cose…
La caratteristica della sua energia è “il caos”, come quello all’inizio del mondo, all’incipit dell’esplosione primordiale, e come quello che può esistere a compimento di tutto, una volta consumatosi un ciclo intero di eventi e dopo il quale un nuovo orizzonte sconosciuto si apre.
L’energia del Matto potrebbe essere definita “incondizionata” perché non contempla alcuna forma di definizione o limitazione; non guarda più in faccia a nulla: i confini non esistono, tutte le direzioni sono potenzialmente giuste e non si riconosce più alcun punto di riferimento. Nel cielo del matto non è né giorno né mattino, perciò non si può scorgere l’altezza del sole e ricavarne la posizione dalla quale orientrarsi, così come non possono essere viste gli astri, le costellazioni, la stella polare; pertanto non resta che seguire il cuore. Solo il cuore sa. Solo il cuore può trovare una direzione
Il Matto ha abbandonato le convenzioni, non ascolta altri che se stesso, per questo è ritenuto folle dalla società.  Lui parte così per il suo lungo viaggio: senza una meta, senza neanche una direzione; il cuore nelle mani (anzi, forse nella sua sacca) e lo sguardo rivolto avanti a sé, proiettato in un futuro che non è stato ancora delineato. Nelle sue mani un bastone, che lo aiuta a rimanere a terra per non perdersi tra le nuvole, e dietro di lui un cane, a spingerlo al prossimo passo. Il cane è il suo istinto, la sua stessa spinta
verso il futuro.

Perché servono, il cane e il bastone? Perché senza di essi il matto rischia di non muoversi o cadere, oppure camminare sollevato dal suolo, e perdere contatto con la realtà.
Il risvolto negativo del matto è proprio questo: l’assenza di pragmatismo, la confusione totale, la stilla di pazzia. Questa potente energia incondizionata, l’essenza della libertà, se non viene correttamente gestita e canalizzata può condurre a perdersi nel bel mezzo dell’universo. Il bastone a quel punto traballa, e il cane abbaia spaventato senza sapere dove spingere le gambe.
Così i limiti, a ben guardare, possono essere anche utili punti di riferimento, se utilizzati come strumenti produttivi, anziché come elementi ostacolanti.
L’importante dunque è non farsi condizionare dai limiti e dalle circostanze, piuttosto che lottare contro il fatto di averne: averne può esserci utile, proprio al fine di incanalare la nostra potente energia nascente, senza che questa venga dissipata nel nulla cosmico.

Il Matto può forse farci riflettere sul fatto che esista una bella differenza tra il costruire muri e costruire steccati: i muri impediscono la visuale, e innescano in noi il timore per quello che c’è dietro ad essi; pertanto, le strade costeggiate da muri diventano le uniche percorribili, e se il percorso fa una curva improvvisa potrebbe sembrarci impossibile valicare quel cumulo di mattoni. Lo steccato invece, ci permette di vedere attorno e di decidere in ogni momento se cambiare direzione; allo stesso tempo, l’orientamento dello steccato ci fornisce importanti indicazioni su quale sia la strada che porta lì, anziché là… o, ancora di più, sul punto che stiamo percorrendo e sul prossimo passo da compiere.

Cosa ci racconta il matto? Và, e segui il cuore.
Ma cosa ci insegna, la sua esperienza? Lascia che il cuore scelga la meta, la direzione, ma che la testa rifletta sul percorso, con consapevolezza.
In fondo, anche un’energia primordiale e incondizionata, ha bisogno di equilibrio, per crescere e operare.

Quindi, partite con noi per questo arcano Percorso Profondissimo!
Se è vero che nelle opportunità c’è sempre il pericolo.
È pur vero che solo in ciò che è potenzialmente pericoloso possono nascondersi grandi opportunità.

Buon proseguimento,

Lucia G.



a cura di Il Percorso Profondissimo




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