Il percorso degli arcani maggiori dei tarocchi può essere ricondotto ad una vera e propria evoluzione dello spirito umano, un’autentica crescita spirituale, attraverso l’aumento della consapevolezza e delle energie che entrano in gioco e  che si apprende poco a poco ad integrare e utilizzare.
Ciò che è necessario tenere sempre presente è che, per quanto le energie di alcuni arcani possano essere in un certo senso polarizzate verso il versante “positivo” (piuttosto che “negativo”), tutti questi archetipi sono in realtà completi, ovvero, hanno in sé entrambi i lati: sia luce, che ombre.







L’innamorato ci ha lasciato molto su cui riflettere: a fronte di una scelta, è necessario ascoltare il cuore per poter dire di aver fatto la scelta giusta. In realtà così facendo non abbiamo la sicurezza che l’opportunità prediletta sia effettivamente più vantaggiosa di quella abbandonata, ma possiamo essere sicuri che se nutriamo profondo interesse ed attrazione per la scelta fatta, essa si rivelerà in ogni caso adatta a noi e avremo più motivazione ad affrontare le sfide che essa richiede.
L’arcano successivo parla proprio del movimento atto alla presa di decisione. Se L’innamorato stava immobile a soppesare tutte le eventualità, il Carro ha lanciato i cavalli in corsa verso un obiettivo specifico. Il Carro, settimo arcano (numero magico) è da sempre associato al successo a causa del suo stesso simbolo: una figura probabilmente cavalleresca o principesca che sfila su un carro addobbato a festa, venendo incontro al consultante stesso con un impeto tale che pare travolgere tutto ciò che incontra davanti a sé.
In realtà il successo al quale si riferisce non indica prettamente una vittoria totale o un fine sicuramente raggiunto secondo i propri auspici. Se ben guardiamo infatti i due cavalli che trainano il carro sembrano andare in direzioni opposte come ad indicare che la via non sia ancora certa, né tantomeno il traguardo a cui porta.
Tutto è ancora possibile, a seconda di come il cavaliere muova le redini e sposti i cavalli.
Il trionfo a cui l’arcano si riferisce riguarda perciò l’idea del viaggio stesso: un po’ come per il discorso della carta precedente, anche per il Carro vale la regola che se amiamo e affrontiamo con passione e motivazione il nostro percorso, esso si rivelerà proficuo a prescindere dalla meta raggiungibile alla fine di esso.
Il carro porta dunque con sé un’energia dinamica, una spinta che funge da propulsione verso l’azione per antonomasia. Il momento di riflessione è finito e dobbiamo agire, è giunto il momento di superare il bivio a cui era giunto l’Innamorato, imboccando una delle strade  che abbiamo davanti. Non sappiamo ancora dove ci porterà, in realtà; eppure, a seconda del modo con cui affronteremo il nostro cammino, potremo abbellire il nostro carro, riempire i nostri sacchi di esperienze, marciare trionfanti a testa alta, perché sulle nostre spalle non pesa alcuna imposizione. Se lo vogliamo veramente, noi possiamo. E questo è il potere degno di un cavaliere in pompa magna, è il potere di un re, un potere divino.


Cosa ci racconta dunque il Carro? Esso potrebbe ripetere le bellissime parole di Antonio Machado: “Viandante, la via non c’è; la via si fa andando” suggerendoci che ogni viaggio, ogni percorso, ogni sforzo, ogni decisione presa e portata a compimento può forse trionfare, oppure no; ma che già il solo impegno e la passione con cui portiamo avanti i nostri sforzi possono costituire un successo in grado di arricchirci a farci crescere.
Che cosa ci insegna, perciò, questo arcano, tanto attivo quanto potenziale e in divenire? Che ogni nostro sforzo deve rimanere focalizzato sul presente: solo così viviamo intensamente la nostra vita senza rischiare di perderla in ricordi o proiezioni future. È infatti necessario che ogni nostra azione venga intrapresa considerandola per quella che è, e non per le conseguenze che potrebbe comportare e che sarebbero solo una sua lontana ombra o un suo vago riflesso .




Buon proseguimento




di questo….. Percorso Profondissimo….!




 Lucia G.