Oggi vorrei parlarvi dell’ ibristofilia, detta anche Sindrome di Bonnie and Clyde..

Da sempre è noto il fascino dei “Bad boys”, ma esistono persone che arrivano ad essere attratte da figure pericolose come delinquenti, killer, truffatori e in maniera morbosa, arrivando a toccare livelli estremi di fanatismo. Questo “amore malato”viene chiamato Ibristofilia.
L’Ibristofilia è una parafilia (disturbo della sessualità) caratterizzata da un’attrazione sessuale e mentale verso persone che hanno commesso crimini di varia natura.
Il termine, coniato dallo psicosessuologo John Money nel 1986, deriva dall’unione delle parole greche ὑβρίζειν (hubrizein), letteralmente “commettere un oltraggio verso qualcuno” (a sua volta derivata da ὕβρις, “hubris”) e philo, che significa “avere una forte affinità/preferenza per”sta ad indicare l’attrazione morbosa verso coloro che hanno compiuto reati oltraggiosi contro il genere umano.
Il disturbo è conosciuto anche come “Sindrome di Bonnie e Clyde”, rifacendosi alla celebre coppia criminale.

La sindrome si manifesta quando il soggetto più remissivo è attratto dai crimini commessi dal soggetto dominante. Il Partner è spesso addirittura indotto dal secondo soggetto a compiere insieme atrocità a danni di altri individui.

Le cause che portano a questo disturbo sono molteplici e possono essere relative ad un’infanzia problematica, alla presenza di una figura genitoriale violenta e una scarsa autostima verso sé stessi.
L’ibristofilia viena defiinita inoltre come una parafilia in cui l’eccitazione sessuale e il raggiungimento dell’orgasmo, o la facilitazione ad esso, sono dipendenti dal fatto di essere a conoscenza che il proprio partner ha commesso qualcosa di non consentito dalla legge.
Spesso quindi il partner è un vero e psicopatico/narcisista capace di commettere veri e propri crimini, anche efferati, quali omicidio, stupro e rapina a mano armata.

Per questo motivo l’ibristofilia è inclusa tra le parafilie ritenute potenzialmente letali…

Secondo Seltzer, i serial killer sono in questo caso visti dalle vittime come dei veri “maschi alfa”, dato che nella nostra storia evolutiva i maschi violenti di questo tipo erano un grado di proteggere al meglio la propria compagna e la propria prole.

Seltzer afferma:
“Come terapista ho incontrato molte donne che si lamentavano della propria vulnerabilità di fronte a uomini dominanti che esse consapevolmente riconoscevano essere del tutto sbagliati per loro”.


Dello stesso pensiero è lo psichiatra forense Park Dietz, secondo il quale queste donne, definite da lui Serial Killers Groupies, sono spinte ad amare un individuo violento perché è come se si unissero alla parte più malvagia del criminale o del serial killer per essere, a loro volta, forti e invincibili quanto lui. A fare presa sull’animo di questi soggetti sarebbe quindi la figura dell’uomo ribelle che è riuscito a prendersi gioco delle autorità continuando a compiere misfatti.
Un po’ come se fossero un’ incarnazione del proprio lato “Ombra” descritto da Jung.
Questa sindrome è più diffusa di quanto si pensi: nel 2005, Messick, direttore del carcere di San Quintino, dichiarò al San Francisco Chronicle che ogni giorno arrivano ai detenuti nel braccio della morte centinaia di lettere d’amore, scritte al 99% da donne e lunghe fino a 20 pagine.

Fra i killer più corteggiati possiamo ricordare alcuni esempi celebri come Ted Boundy, Jeffrey Dahmer. Anche in Italia possiamo trovare esempio come Pietro Maso e Amanda Knox, ma anche Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo e autore di altre atrocità che nel 2010 si sposò con la giornalista Donatella Papi o Erika De Nardo e Mauro Favaro che durante la detenzione, ricevettero lettere di interesse amoroso e approvazione per i reati commessi.

FILMTERAPIA: immagini tratte dal film consigliato Bonnie e Clyde (1967) Diretto da Arthur Penn.

 

 

 

 

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Ibristofilia 
https://www.lettera43.it/ibristofilia-quando-il-mostro-fa-innamorare/?refresh_ce
https://www.counselingitalia.it/news/3940-ibristofilia-innamorarsi-del-killer